Eterna giovinezza a colui che raccoglie l'acqua dal fiume.
Coppa o calice nel palmo tremante. Gli occhi chiusi allontanano il sole.
E' dura la fatica, non ancora raccontata a chi ha cercato questa strada, a chi sazio del suo divenire, crogiola se stesso e si compiace del suo avere.
Non sperava tanta grazia in quel sapore dolce a agro; nel suo bere solo pace estrema, di fatiche, di battaglie, di enigmi da risolvere.
Quando entrò nella stanza era lì inerme, indistinta ma diversa.
Scintillavano dal buio vuote luci di apparenza e vecchie voci cercavano di raccogliere quel vino, come echi di dannati che non troveranno mai l'uscita.
Il crociato era lì, fermo, mummificato nell' aspetto, mi guardava e non sapevo se approvava il mio agire, passai e scelsi la più bella, riflesso di legno grezzo, io sapevo e quello era importante.
Importante come adesso che, seduto in riva al fiume, assaporo dolcemente il mio nettare.
martedì 20 gennaio 2009
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